Banganà è un piccolo villaggio di allevatori nomadi Wodaabe nel cuore del Sahel nigerino. Nel 2011, l’anno in cui la scuola è nata, con il sostegno di due associazioni genovesi, nessuno dei suoi abitanti sapeva leggere o scrivere.
I Wodaabe, in quanto minoranza e per di più allevatori nomadi, sono una popolazione emarginata e il governo non ha interesse a investire nell’istruzione. D’altra parte in Niger, che quest’anno è finito all’ultimo posto nell’indice di sviluppo umano stilato annualmente dallo PNUD, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, l’istruzione non è certo una priorità, nemmeno nelle città, figuriamoci in mezzo al deserto...
Dopo tre anni di sostegno da parte dell’Associazione culturale Ghazala e della Compagnia per le V.E.L.E., la scuola è diventata pubblica e oggi continua ad esistere, seppure tra mille difficoltà.
Nello slideshow qui sopra le foto della mostra fotografica "Wodaabe. I nomadi del sole". La mostra è collegata a un'iniziativa di MSF sulla malnutrizione che comprende l'intervento di Gianfranco De Maio, responsabile medico dell'organizzazione, e la proiezione del film documentario "Banganà. Scene di vita dei Wodaabe, i nomadi del sole"
La maggioranza dei Wodaabe vive oggi in Niger, dove costituisce una popolazione di 100-150.000 persone. Altre decine di migliaia sono sparse fra il nord della Nigeria, il Camerun, il Ciad e la Repubblica Centrafricana. Fanno parte della grande famiglia dei Peul, che vivono un po’ dappertutto in Africa Occidentale, ma si distinguono per il loro attaccamento alla tradizione della quale si sentono ormai unici depositari. I Wodaabe sono rimasti allevatori quasi esclusivi di bovini e la relazione tra loro e i loro animali assume un carattere che trascende di gran lunga il semplice modo di produzione.
Aikije e Hassana avevano piena libertà di dire quello che pensavano, anche grazie all’apertura di Hassan, l'anziano del loro villaggio che le accompagnava e che non disdegna di ignorare le regole di anzianità e di far parlare ragazze e ragazzi, quando pensa che siano degni di fiducia. Quello che ne è uscito è stato interessante e quasi inquietante. Normalmente chi propone progetti ne parla bene per invogliare i donatori. Abbiamo preferito riportare integralmente quanto dicono le due ragazze. Crediamo che sia giusto così.
D'altra parte, la loro determinazione e quella degli altri allievi della scuola di Banganà ci spinge a fare quanto possiamo per migliorare la situazione.
Absa Diop, che qui presenta le interviste, è una studentessa di origine senegalese che vive in Italia. Sokhna Diop, sua sorella, intervista le due protagoniste... a 5.000 km di distanza. Entrambe collaborano dal 2011 con Ghazala come voci fuori campo nei documentari e come attrici nelle clip utilizzate nei crowdfunding fatti per sostenere la scuola di Banganà e i progetti in Regione Afar d'Etiopia. Nella pagina video di questo sito potete vedere le clip realizzate.