VAI AL PROGETTO
LE SCUOLE IN NIGER In Niger, l'istruzione pubblica non è una priorità e la sua crisi è sempre più profonda, nonostante i massicci afflussi di denaro dell'Unione Europea, finalizzati a sostenere un Paese che è la frontiera avanzata dell'Europa contro l'immigrazione. Gli insegnanti non sono motivati dal trattamento economico e spesso non hanno nemmeno il titolo di studio per insegnare. La situazione delle scuole in ambiente rurale è ancora peggiore e quella delle scuole per i figli di allevatori nomadi è drammatica. Gli insegnanti sono in massima parte di etnia Haussa, maggioritaria in Niger, e vengono dalle città. Trasferiti in mezzo al deserto tra gente diversa da loro per lingua e abitudini di vita, fanno il possibile per ottenere destinazioni migliori e nel frattempo insegnano poco o niente agli allievi. Gli allievi, sparsi con le loro famiglie sul territorio, fanno spesso chilometri per andare a scuola per poi trovarla chiusa. Ne consegue una frustrazione che spinge i loro genitori a toglierli dalla scuola. La scuola di Banganà è una scuola per ragazze e ragazzi figli di allevatori nomadi Wodaabe e rientra pienamente in questo quadro drammatico, tranne per una cosa: la maggioranza degli allievi, nonostante tutto, continua a frequentarla.
La scuola di Banganà Si tratta di una scuola piuttosto particolare. È differente anche dalla maggior parte delle scuole africane che figurano nei progetti di cooperazione. Infatti, gli allievi sono figli di allevatori nomadi Wodaabe e questa scuola esiste grazie al fatto che nella stagione secca, che corrisponde all’anno scolastico, da ottobre a maggio, le famiglie degli allievi si stabilizzano in vicinanza di pozzi permanenti. Solo alcuni ragazzi più grandi si spostano più a sud per trovare il pascolo per le loro mandrie di zebù. La scuola è stata creata grazie all’impegno di due associazioni genovesi, l'Associazione Culturale Ghazala e La Compagnia per le V.E.L.E., perché il governo nigerino non apre scuole per allevatori nomadi, col pretesto che sono nomadi, quindi si spostano e sono inaffidabili. Nel caso di Banganà fu fatto un accordo col locale provveditorato che s’impegnò a rilevare la scuola se dopo tre anni fosse stata ancora operativa e frequentata. E così, nell’ottobre 2014, la scuola di Banganà diventa pubblica. Dopo 13 anni e varie vicissitudini, la scuola è ancora là e gli allievi pure. Ma resta una scuola fragile a causa del contesto geo-climatico, aggravato dalle conseguenze del riscaldamento globale, dal disinteresse del governo per l’istruzione pubblica, soprattutto nei confronti di popolazioni nomadi e dai conflitti in atto in quella parte del Sahel. Senza contare le conseguenze economiche del colpo di stato del luglio 2023 che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi di generi essenziali.
 Il progetto per la scuola di Banganà è stato nuovamente cofinanziato dalla Provincia di Bolzano che ha accolto la richiesta dell'Associazione Donne Nissà per l'anno scolastico 2024-25. È la quinta volta che la Provincia di Bolzano aiuta la scuola di Banganà.
NOTIZIE DALLA SCUOLA
 L'archivio di
VAI AL PROGETTO
Il progetto ancora in corso: il sostegno alla scuola di Banganà in Niger
LE SCUOLE IN NIGER In Niger, l'istruzione pubblica non è una priorità e la sua crisi è sempre più profonda, nonostante i massicci afflussi di denaro dell'Unione Europea, finalizzati a sostenere un Paese che è la frontiera avanzata dell'Europa contro l'immigrazione. Gli insegnanti non sono motivati dal trattamento economico e spesso non hanno nemmeno il titolo di studio per insegnare. La situazione delle scuole in ambiente rurale è ancora peggiore e quella delle scuole per i figli di allevatori nomadi è drammatica. Gli insegnanti sono in massima parte di etnia Haussa, maggioritaria in Niger, e vengono dalle città. Trasferiti in mezzo al deserto tra gente diversa da loro per lingua e abitudini di vita, fanno il possibile per ottenere destinazioni migliori e nel frattempo insegnano poco o niente agli allievi. Gli allievi, sparsi con le loro famiglie sul territorio, fanno spesso chilometri per andare a scuola per poi trovarla chiusa. Ne consegue una frustrazione che spinge i loro genitori a toglierli dalla scuola. La scuola di Banganà è una scuola per ragazze e ragazzi figli di allevatori nomadi Wodaabe e rientra pienamente in questo quadro drammatico, tranne per una cosa: la maggioranza degli allievi, nonostante tutto, continua a frequentarla.
La scuola di Banganà Si tratta di una scuola piuttosto particolare. È differente anche dalla maggior parte delle scuole africane che figurano nei progetti di cooperazione. Infatti, gli allievi sono figli di allevatori nomadi Wodaabe e questa scuola esiste grazie al fatto che nella stagione secca, che corrisponde all’anno scolastico, da ottobre a maggio, le famiglie degli allievi si stabilizzano in vicinanza di pozzi permanenti. Solo alcuni ragazzi più grandi si spostano più a sud per trovare il pascolo per le loro mandrie di zebù. La scuola è stata creata grazie all’impegno di due associazioni genovesi, l'Associazione Culturale Ghazala e La Compagnia per le V.E.L.E., perché il governo nigerino non apre scuole per allevatori nomadi, col pretesto che sono nomadi, quindi si spostano e sono inaffidabili. Nel caso di Banganà fu fatto un accordo col locale provveditorato che s’impegnò a rilevare la scuola se dopo tre anni fosse stata ancora operativa e frequentata. E così, nell’ottobre 2014, la scuola di Banganà diventa pubblica. Dopo 13 anni e varie vicissitudini, la scuola è ancora là e gli allievi pure. Ma resta una scuola fragile a causa del contesto geo-climatico, aggravato dalle conseguenze del riscaldamento globale, dal disinteresse del governo per l’istruzione pubblica, soprattutto nei confronti di popolazioni nomadi e dai conflitti in atto in quella parte del Sahel. Senza contare le conseguenze economiche del colpo di stato del luglio 2023 che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi di generi essenziali. NOTIZIE DALLA SCUOLA
 Il progetto per la scuola di Banganà è stato nuovamente cofinanziato dalla Provincia di Bolzano che ha accolto la richiesta dell'Associazione Donne Nissà per l'anno scolastico 2024-25. È la quinta volta che la Provincia di Bolzano aiuta la scuola di Banganà.
 L'archivio di
VAI AL PROGETTO Il progetto ancora in corso: il sostegno alla scuola di Banganà in Niger
LE SCUOLE IN NIGER In Niger, l'istruzione pubblica non è una priorità e la sua crisi è sempre più profonda, nonostante i massicci afflussi di denaro dell'Unione Europea, finalizzati a sostenere un Paese che è la frontiera avanzata dell'Europa contro l'immigrazione. Gli insegnanti non sono motivati dal trattamento economico e spesso non hanno nemmeno il titolo di studio per insegnare. La situazione delle scuole in ambiente rurale è ancora peggiore e quella delle scuole per i figli di allevatori nomadi è drammatica. Gli insegnanti sono in massima parte di etnia Haussa, maggioritaria in Niger, e vengono dalle città. Trasferiti in mezzo al deserto tra gente diversa da loro per lingua e abitudini di vita, fanno il possibile per ottenere destinazioni migliori e nel frattempo insegnano poco o niente agli allievi. Gli allievi, sparsi con le loro famiglie sul territorio, fanno spesso chilometri per andare a scuola per poi trovarla chiusa. Ne consegue una frustrazione che spinge i loro genitori a toglierli dalla scuola. La scuola di Banganà è una scuola per ragazze e ragazzi figli di allevatori nomadi Wodaabe e rientra pienamente in questo quadro drammatico, tranne per una cosa: la maggioranza degli allievi, nonostante tutto, continua a frequentarla.
La scuola di Banganà Si tratta di una scuola piuttosto particolare. È differente anche dalla maggior parte delle scuole africane che figurano nei progetti di cooperazione. Infatti, gli allievi sono figli di allevatori nomadi Wodaabe e questa scuola esiste grazie al fatto che nella stagione secca, che corrisponde all’anno scolastico, da ottobre a maggio, le famiglie degli allievi si stabilizzano in vicinanza di pozzi permanenti. Solo alcuni ragazzi più grandi si spostano più a sud per trovare il pascolo per le loro mandrie di zebù. La scuola è stata creata grazie all’impegno di due associazioni genovesi, l'Associazione Culturale Ghazala e La Compagnia per le V.E.L.E., perché il governo nigerino non apre scuole per allevatori nomadi, col pretesto che sono nomadi, quindi si spostano e sono inaffidabili. Nel caso di Banganà fu fatto un accordo col locale provveditorato che s’impegnò a rilevare la scuola se dopo tre anni fosse stata ancora operativa e frequentata. E così, nell’ottobre 2014, la scuola di Banganà diventa pubblica. Dopo 13 anni e varie vicissitudini, la scuola è ancora là e gli allievi pure. Ma resta una scuola fragile a causa del contesto geo-climatico, aggravato dalle conseguenze del riscaldamento globale, dal disinteresse del governo per l’istruzione pubblica, soprattutto nei confronti di popolazioni nomadi e dai conflitti in atto in quella parte del Sahel. Senza contare le conseguenze economiche del colpo di stato del luglio 2023 che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi di generi essenziali. NOTIZIE DALLA SCUOLA
 Il progetto per la scuola di Banganà è stato nuovamente cofinanziato dalla Provincia di Bolzano che ha accolto la richiesta dell'Associazione Donne Nissà per l'anno scolastico 2024-25. È la quinta volta che la Provincia di Bolzano aiuta la scuola di Banganà.